mercoledì 20 giugno 2012

Questioni di Look...



Beh sì, diciamo pure che in Germania si vince facile. Riguardo all’abbigliamento, intendo.

 L’ampiamente diffuso (e ampiamente documentato) stereotipo del tedesco agghindato con un’improbabile accozzaglia di vestiti casuali coronati dall’immancabile sandalo con calzino è un tantino abusato forse, ma testimonia bene il livello di accuratezza con cui le persone, soprattutto dalla mezza età in poi, si vestono. Da parte loro, i tedeschi ci ricompensano con una poco lusinghiera sfilza di luoghi comuni che vanno dall’italiano cialtrone all’italiano chiassoso e caciarone, dal ladro al pizzaiolo, dal gondoliere al fannullone. Ma sul look, signori miei, regniamo incontrastati.

Se sei un italiano in Germania, non c’è straccio che indossi che non venga apprezzato all’unanimità come made in Italy style.

In Italia mi sono sempre considerata una che veste casual, termine talvolta utilizzato con l’accezione di “casuale”: jeans e maglietta e via andare, un abitino giusto per le occasioni. Dopo alcuni mesi qui, ho scoperto che i miei soliti jeans e maglietta erano considerati un casual, appunto, di grande stile: la rivelazione durante uno stupido gioco di domande a cui bisognava rispondere su un foglietto e confrontare la risposta alla fine. “Chi è più attento al look tra i tuoi amici?”…quando è saltato fuori il mio nome all’unanimità pensavo mi prendessero in giro, invece erano lì tutti seri a commentare che sì, era una t-shirt ma azzurra intonata agli orecchini e al trucco, e cascava leggermente scoprendo la spalla (e io che credevo fosse semplicemente larga, tsk!), e i jeans un po’ slavati con le all stars stinte (slavati e stinti, eh, mica vecchi) facevano molto casual chic. 
Ho fatto fatica a restare seria.

Oggi invece piove. E ci sono 15 gradi.

Dannazione, il mio orologio biologico dice che dovrebbe essere estate già da un bel po’, e che se mi metto ancora quei dannati jeans mi si incolleranno direttamente alla pelle. 
Il mio armadio pullula di abitini comprati in un tripudio di ottimismo alla vigilia delle ferie a Capoverde, appesi malinconicamente da allora. 
Ma diluvia. 
Ma voglio la gonna. 
Opto per una gonnellina di jeans abbinata a una maglietta blu e bianca, niente male. 
Bene, e le scarpe??? 
Ne ho di bellissime, altissime, apertissime, inadattissime. Sto per fare  tardi a lavoro, così sbuffo e infilo un paio di stivalacci che avevo relegato nell’angolo delle cose-d'emergenza-se-proprio-diluvia-e-non-puoi-farne-a-meno…L’ultima volta che li ho usati è stato su un campo di gara di canottaggio sul lago di Varese dopo un temporale, e questo la dice lunga sulla considerazione in cui versano. 
A coronare la mise un impermeabile stile ispettore Gadget.

Ma arrivata a lavoro, è stato un tripudio di “Du bist SOOO chic!” e “Mein Gott, du bist eine echte Italienerin” (Come sei chic! e Mioddio, sei una vera donna italiana ) e “Aaah, italienisches Style…”, sorrisi di ammirazione e commenti sulla moda milanese.

Sì, mi piace vincere facile. E camminare per strada sentendomi Bud Spencer sapendo che gli altri mi guardano manco fossi Sofia Loren. E godiamoci ‘sto momento di gloria, và!