sabato 17 marzo 2012

Felicità su due ruote

I raggi del sole iniziano a picchiare insistenti sui vetri delle mie finestre fin dalle prime ore del mattino, insinuandosi dispettosi tra le tende abbassate per venire a svegliarmi presto, troppo presto nel mio unico giorno libero! Ma se da un lato la tentazione di ficcare la testa sotto il cuscino e continuare a dormire è allettante, dall'altro la consapevolezza che un'altra meravigliosa giornata di sole e primavera sta per cominciare anche nella fredda Germania mi regala un sorriso e la voglia di alzarmi e far entrare l'aria frizzante e luminosa in casa.

E cosa c'è di meglio di un giro in bicicletta per assaporare questo tanto atteso inizio di primavera dopo la lunga clausura invernale? Attendo un paio d'ore, il tempo di assicurarmi che il sole abbia fatto il suo dovere scaldando per bene tutto quello che c'è da scaldare e inforco la belva.

Faccio fatica a trattenere una risata nel constatare che, nonostante i miei tentativi di adattamento alla vita e alle abitudini tedesche, non riuscirò mai a camuffare la mia origine italica (non che lo voglia!): d'accordo, le previsioni danno una massima di 20°, però conosco questo venticello infido che ghiaccia il naso e le dita, so bene che all'ombra i gradi sono dieci di meno, così esco vestita "a strati" con t-shirt, felpa e piumino. Aperto, ma pur sempre piumino. Il mio vicino mi saluta dal cortile in canottiera-bermuda-calzini-sandali con un "Guten Morgen" perplesso, e ricambio con un sorriso altrettanto sconcertato: come diavolo si vestirà ad agosto??

La bicicletta mi dà un senso di libertà indescrivibile. Detesto di cuore le salite, perchè nonostante io sia una di quelle persone "sportive dentro", non sono esattamente un drago quando si tratta di sforzo fisico. In pianura sì, pedalerei per ore: ma una salitina appena appena è sufficiente a stroncarmi. 
Con soddisfazione però riesco a pedalare strenuamente oltrepassando il mio precedente record, abbandonando il tentativo quasi giunta in vetta. Ma ne vale la pena: avevo notato su una cartina che girando dietro lo stradone dell'ospedale si può prendere una strada (una specie di circonvallazione, a vederla su google) che arriva direttamente al parco che avevo intenzione di raggiungere. Che gioia scoprire che si tratta di una fantastica strada con tanto di marciapiede/ciclabile completamente in discesa pieno di curvoni in mezzo al verde! 

Già solo il divertimento mi ripaga della salita precedente. 

Arrivo al parco: voglio andare a vedere i cervi che vivono in un grande recinto poco più avanti, ma si tengono come sempre a distanza. In compenso le capre che arrivano belando sonoramente regalano la soddisfazione di una carezza sul muso.
Obiettivo raggiunto...che fare ora?

Noto una ragazza sbucare in bicicletta da una stradina che immagino porti a un quartiere residenziale. La imbocco, giusto per pedalare ancora un po' prima di pranzo, e meraviglia! La stradina prosegue ai margini del parco per poi sfociare in un meraviglioso nulla circondato da verde e silenzio, un binario ferroviario che si snoda deserto a perdita d'occhio in aperta campagna.
Il sentiero si trasforma presto in una vera stradina ciclabile che percorro piena di gioia e curiosità: il sole scalda davvero, il profumo della natura nell'aria è irresistibile e non ho orari. Quando mi fermo per scattare una foto, mi concedo qualche minuto di stupore e felicità: il silenzio. 
Il silenzio, gente.
Da quanto tempo non ci siamo più abituati? Quando mai possiamo dire, davvero, di essere circondati da un silenzio assoluto - eppure accogliente?
Mentre pedalavo, il sibilo del vento nelle orecchie e i gemiti sferraglianti del ferrovecchio che mi ostino a chiamare bici mi avevano impedito di notarlo pienamente: ora solo il richiamo allegro di una cincia spezza l'immensa quiete che mi circonda. 
E' così bello che vorrei rimanere tutto il pomeriggio!


Non ho scoperto dove arriva la pista ciclabile: giunta a un bivio mi sono ripromessa di tornarci la prossima giornata di sole attrezzandomi con un panino e acqua. 
Ciliegina sulla torta, sulla strada del ritorno un movimento sospetto alla mia destra mi fa pensare a un gatto spaventato dal mio passare, e con quale sorpresa vedo un bellissimo scoiattolo correre rapidissimo accanto a me per diversi metri prima di lanciarsi su un albero a sgranocchiare la sua nocciola!


Tutti dovremmo concederci momenti come questo: una boccata di felicità a buon mercato per ricordarci di amare il mondo che ci circonda.

1 commento:

  1. Zaide, se posso, devi assolutamente pubblicare questo tuo splendido reportage sul blog #salvaiciclisti!

    PS
    Per la salita una bella tripla, no?

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